Giuliano Semenzato è collaboratore assiduo delle attività del CTP e dell’Associazione Nicola Saba, autore di 3 comunicazioni nell’ambito dei Luned’arte;
oltre alla presente ha tenuto una conversazione sul Venezia e le Crociate e una sulla storia di Altino e Torcello

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Giuliano Semenzato

 

L'Arsenale di Venezia

Proprio in questi giorni, dal 12 al 20 maggio, l’Arsenale di Venezia è ritornato ad essere il polo mondiale di attrazione per il mondo della vela con l’America’s Cup.
L’Arsenale infatti è di sicuro il più bello scenario che la più antica competizione velistica del mondo, abbia mai potuto avere nella sua storia.
Tese, nappe, slarghi e bacini secolari si mescolano agli scafi e alle vele costruite con le più moderne tecnologie. Il pubblico potrà ammirare questa commistione tra storia e modernità.
L’Arsenale, fin dai tempi della Serenissima era il cuore della vita commerciale e della potenza militare. Il primo complesso risale all’inizio del XII secolo in corrispondenza della Darsena Doge Falier o Darsena Vecchia, si aggiunsero nei secoli il complesso dell’Arsenale Nuovo (1300) e dell’Arsenale Nuovissimo (1500).
Nel tempo divenne una sorta di “industria” nel cuore di Venezia: tecnici, operai, artigiani trovavano impiego in una struttura ordinata e all’avanguardia che consentì una produzione straordinaria e via via dotata di nuove infrastrutture.
Nel 1797, dopo anni di fervido splendore, venne semidistrutta dalle truppe Francesi, prima della cessione di Venezia all’Austria con il trattato di Campoformio (10 ottobre 1797). Nei decenni successivi, nell’alternarsi delle dominazioni austriaci e francesi, ricominciarono le ricostruzioni e gli ampliamenti.
Dal 1866 si perseguì il progetto di rendere l’Arsenale un importante base navale dell’Alto Adriatico.
Vennero realizzati nuovi interramenti nella zona di barene a nord – est dell’Arsenale Nuovissimo e alla fine del secolo furono varati alcuni dei colossi della Marina Italiana.
Con il tempo, a partire dai primi anni del ‘900 si assistette a un ulteriore ampliamento sempre nella zona di nord-est, ma la costruzione delle navi veniva sempre più trasferita dagli arsenali ai cantieri privati. L’Arsenale vide pertanto ridursi le proprie funzioni produttive.
In seguito l’occupazione tedesca contribuì alla spoliazione di materiali e macchinari.
Il termine Arsenale, in uso nell’italiano moderno, deriva dall’arabo daras-sina’ah, cioè “casa d’industria”. Il termine, noto ai Veneziani tramite i loro frequenti contatti commerciali con l’Oriente, sarebbe passato al veneziano darzanà, poi corrotto nel tempo nella forma arzanà, citata anche da Dante nell’Inferno, quindi, attraverso arzanàl e arsenàl, alla forma finale di arsenàle.

Lo stesso Dante Alighieri, citò nella divina commedia, l’importanza di questa prima grande industria europea con i seguenti versi:

«.... nell’arzanà de’ Viniziani
bolle l’inverno la tenace pece
a rimpalmare i legni lor non sani,
ché navicar non ponno - in quella vece
chi fa suo legno nuovo e chi ristoppa
le coste a quel che più vïaggi fece;
chi ribatte da proda e chi da poppa;
altri fa remi e altri volge sarte;
chi terzeruolo e artimon rintoppa -;
tal, non per foco ma per divin’ arte,
bollia là giuso una pegola spessa,
che ‘nviscava la ripa d’ogne parte.»

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, XXI, vv. 7-15)

Attualmente l’Arsenale è di proprietà in parte della Marina Militare e in parte del Demanio dello Stato che sono presenti nell’area insieme ad altri enti e soggetti istituzionali (l’Agenzia del Demanio, la Biennale di Venezia, il Comune di Venezia, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Magistrato alle Acque di Venezia e Thetis spa, oltre ad alcune imprese che operano nel settore della cantieristica, che vi operano a vario titolo.

Con questa nuova importante manifestazione si cerca di uscire da una situazione di gravissimo degrado, sarà rimessa a nuovo per ospitare le basi dei team, gli spettatori rimarranno affascinati da questo luogo, oggi commistione tra sport e storia.